VULCANOLOGIA


Sono sette le Isole Eolie, ubicate a nord della Sicilia in provincia di Messina. Tutte di origine vulcanica, con un vulcano attualmente in attività (lo Stromboli) e due altri con un record di eruzioni storiche (Vulcano e Lipari) nonché uno in attività fumarolica (Panarea), costituiscono una zona molto complessa dal punto di vista geodinamico. La più grande delle sette isole è Lipari, centro amministrativo di tutte le altre isole tranne Salina, che da sola vanta tre amministrazioni comunali. Il punto culminante è il Monte Fossa delle Felci a Salina, a 960 m sopra il livello del mare, seguito dallo Stromboli (924 m s.l.m.).
Le prime testimonianze d'attività magmatica nell'area delle isole Eolie provengono dagli studi eseguiti da Savelli nel 1988. I dati provenienti dalle datazioni delle vulcaniti degli altri seamounts e dei settori sommersi delle isole forniscono età più recenti. Se si considera che le datazioni dei prodotti subaerei dell'isola di Filicudi ci riportano a Gillot nel 1984, mentre le vulcaniti delle altre isole fanno risalire il magmatismo ad epoche notevolmente più recenti, sarebbe possibile intravedere una grossolana migrazione dell'attività vulcanica da ovest verso est. Nell'evoluzione cronologica del vulcanismo eoliano si può tuttavia fare riferimento alla presenza o assenza, nelle varie isole, dei terrazzi d'abrasione marina tardo-Quaternari.
In ogni isola ci sono fenomeni geologici interessanti ed a volte unici: a Stromboli il cratere è in perenne attività da sempre, tanto da costituire un faro per i naviganti di ogni epoca e la sua attività fatta di periodiche esplosioni viene usata per definire lo stesso tipo di attività per vulcani di tutto il mondo;
a Panarea ci sono i "Gorghi ribollenti", emissioni gassose molto elevate in mare di gas vulcanici;
a Lipari ci sono le terme con acque calde sorgive utilizzate fin dai tempi dei romani;
a Vulcano oltre alle fumarole sul cratere, ci sono i fanghi caldi curativi da sempre usati per curare la pelle e subito di fianco le acque calde, soffioni leggeri usati anche per curare riniti.
Tutte le isole sono di origine vulcanica e crateri antichi ormai spenti sono presenti dovunque.
.jpeg)
Stromboli è un’isola di formazione molto recente, l'ultima fra l'Eolie ad essere emersa dal mare. Probabilmente la sua nascita è stata preceduta da quella dello Strombolicchio, un piccolo vulcano di cui l'ultimo resto è lo scoglio isolato nel mare, ad una distanza di un Km e mezzo dall'isola attuale. Questo scoglio rappresenta ciò che resta della lava consolidatasi nel condotto eruttivo, mentre il conico vulcanico, costituito da materiali piroclastici incoerenti e da piccole colate laviche posati su di essi, è stato completamente demolito dal mare.
Per quanto riguarda Panarea il suo assetto geologico è il risultato di un'attività vulcanica piuttosto articolata sviluppatasi in un intervallo di tempo compreso tra circa 200.000 e meno di 10.000 anni fa.
Lo stile dell'attività vulcanica è caratterizzato principalmente dalla messa in posto di duomi e di colate laviche e dicchi.
A Lipari si trovano molti crateri di vulcani spenti da secoli, la parte vulcanica più appariscente sono le cave di pomice, un materiale leggero ed inerte bianco che conferisce ad alcune zone un aspetto lunare. E poi tracce ovunque di fenomeni vulcanici, come alle fumarole del Caolino, la bocca di aria calda a Piano Greca, le Terme di San Calogero.
La formazione dell'isola di Salina ha avuto una storia assai complessa. Il primo periodo è iniziato circa 500.000 anni fa. Si sono formate allora due isole distinte, separate fra di loro. Una ad Ovest, costituita dal Vulcano del Corvo, l'altra più ad Est, costituita da due vulcani congiunti fra loro: il Vulcano del Capo e il Vulcano del Monte Rivi a Sud Ovest di esso. I loro crateri sono oggi difficilmente riconoscibili. In un secondo momento a Sud del Monte Rivi si è formato il Vulcano della Fossa delle Felc. Esso forma il quarto Sud Est dell'Isola di Salina, incombendo sugli abitati di Santa Marina e di Lingua.
Vulcano è sovrastata da un cono vulcanico con la sola attività fumarolica, ma molti fenomeni vulcanici sono presenti sull'isola, dai fanghi alle acque calde fino ad alcune bocche di calore che venivano dette geiser e che in passato si è pensato di sfruttare per produrre energia elettrica. Al cratere di Vulcano si affianca quello di Vulcanello, un antico cratere ormai non più in attività.

Invece Filicudi non è altro che la parte superiore di una complessa struttura di tipo vulcanico sommersa. Adesso si possono distinguere sei diverse strutture vulcaniche: filo di Sciacca, Zucco Grande, Fossa delle Felci, Monte Terrione, la Montagnola e infine Capo Graziano. Oggi non vi sono più segni di attività vulcanica secondaria anche se a fine secolo scorso veniva segnalata una sorgente d'acqua calda non più identificata. Alicudi è del tutto a sé stante, si erge come un grosso scoglio dal mare, poco accessibile, un abitato piccolo, un pontile di attracco in mare aperto, un'unica strada esistente che costeggia il mare e poi gradoni su gradoni per accedere alle case che si spingono fino alla sommità dell'isole.